una giornata

corteo per la palestina, camionette, palazzo del comune, cori in italiano e arabo ritorno in piazza birre e chiacchiere, aspetta devo pisciare – anch’io – andiamo insieme, che fai dopo? non so, dai saliamo in valle c’e’ il presidio al confine con la Francia, ok andiamo.

Ecco come descriverei le ultime 24h

una giornata fatta di emozioni intense, improvvise, inaspettate mentre ancora aspetto di capire se questa vita ha avuto un inizio o una fine.

Conoscere una persona che ti racconta di essersi nascosta per salire su al presidio di San Didero, con un amica, per portare acqua e cibo a chi resisteva
su in casetta. Vedere questa persona fare un intervento il primo maggio, interrompendo ravers che volevano solo ballare la musica hip-hop di radioblackout
un intervento concluso con la frase “noi non difendiamo la natura, siamo la natura che si difende!” con la gente che si prende bene davvero con urla grida e musica.
Tanta vita.

Primavera di lotta in questa Torino gialla, che appena riapre assorbe persone che protestano con le mascherina, saluti, ma ciao, hey! ma come stai? we, scusate siamo in ritardo, ma hanno gia’ finito gli interventi! Poi arriva una chiamata. Oh, raga è partito un corteo spontaneo, andiamo!

La locomotiva umana sfiora il mercato di porta palazzo al sabato pomeriggio, pieno zeppo di marocchini che vendono e comprano la verdura che si fermano un attimo. Vedono una marea di giovani con le bandiere della palestina in mano.
Cosa succede?

Fiumi di braccia alzate con il telefonino, mentre io mi dico, ma che spettacolo!
La locomotiva si ferma al palazzo del comune, una vicina tira fuori una bandiera della palestina, applauso generale, enorme presa bene.. ma dal comune neanche un cenno. chiaro. Solo sbirri sudati che non sanno cosa fare.
Dei bambini si arrampicano sulla statua nella piazza del comune di Torino e iniziano a urlare in arabo un coro che si espande nella piazza.
Alcuni ridono, ha! anche io.. chissa’ cosa dicono.

Non è come al solito. Qui c’e’ qualcuno che riesce a capire che c’e’ gente che sta morendo laggiù per via di una terra. C’e’ chiarezza nel condannare Israele e la sua campagna espansionistica, la sua fame occidentale, la sua voglia di espandersi. La narrativa dei giornali è la stessa ed è chiaro che non serve più una contronarrativa, perche’ i governi ed i giornali non hanno nessun potere ormai. Possono scrivere un sacco di parole, le cose non cambiano, le analisi non servono. basta così.

Arrivando in piazza la locomotiva umana si ferma, il fiume di persone evapora e si vedono più persone in lontananza. Saluti, abbracci, baci presentazioni strette di mano.
Quanto mi mancava tutto questo.

E poi tutto succede in fretta, andiamo via, andiamo a bere qualcosa finiamo su un tavolo a bere del vino che per metà vola perterra, ciao. scusa per il vino! come ti chiami? hahah
Arriva la sera, che facciamo? dai saliamo in valle, finiamo a suonare a conoscerci assieme ad altre persone in una casetta, a mischiarci nella notte, in mezzo a delle montagne e uno spicchio di luna, fanculo il coprifuoco, dove siamo? chi siamo noi?

Cos’e’ la liberta?
Non lo so, non saprei spiegarlo, ma la sensazione di essere nell’illegalità in macchina con 5 persone, dopo una manifestazione per la palestina
salendo verso il confine con la Francia cantando stretti stretti una canzone a squarciagola qualcosa questa vita me lo insegna a modo suo.

 


ps.

e poco importa se al ritorno realizzi che dovrai farti alcuni giorni di isolamento, la sensazione di aver vissuto anche per un minuto resta dentro per sempre.